II quarto XVIII secolo

Stampe

2667

acquaforte

Sul cartiglio ai piedi del santo è presente l’iscrizione latina “EFFIGIES SANCTI NICOLAI MAGNI EXTRACTA AB ECCLESIA BARENSI”, seguita dagli epiteti attribuitegli e da una piccola preghiera; anche nel libro aperto che san Nicola regge nella mano sinistra si legge “Pax vobis, / nolite timere; / pro salute / enim vestra / misit me / DOMINVS / ante vos //” e ancora “Sum / NICOLAVS / […] 77”
Sul fondo della cornice è presente la scritta “Si vendano, e Stampano da Francesco Mazzoni alla Portuja della Minerva.”.

cm 31,5 x 20

Discreto; il foglio, slabbrato sul margine sinistro, presenta alcune macchie brunastre.

La stampa fa parte di una corposa donazione (invv. 2653-2681 e invv. 2684-2712) che comprende altre incisioni e alcuni volumi, tra i quali una raccolta rilegata di sonetti composti per l’ingresso di Maria Luigia a Parma nel 1816.
Come indica l’iscrizione, la stampa è tratta, pur con qualche libertà, dall’effigie del santo che si conservava nella chiesa di Bari, un’immagine ieratica come esigevano i canoni bizantini. Il santo benedice alla greca con la destra e regge un libro nella destra (in questa stampa mostrato insolitamente aperto per permettere l’iscrizione) sovrastato dalle tre palle d’oro che ne accompagnano l’iconografia tradizionale, rappresentanti i sacchetti d’oro donati a tre ragazze povere come dote.
Anche i fanciulli ai suoi lati si riferiscono a episodi della sua vita: il gruppo di bambini ricorda come ne furono salvati tre dalla morte per mano di un macellaio.
Le figure di Cristo e della Vergine negli angoli superiori reggono rispettivamente il Vangelo e la stola, i paramenti episcopali che gli furono tolti per lo schiaffo che diede ad Ario in occasione del Concilio di Nicea, e che gli furono miracolosamente restituiti.

Donazione famiglia marchesi Pallavicino (marzo 2014)

Famiglia Pallavicino

Carpetta Pallavicino

F. SANDRINI (a cura di), “Napoleone in caricatura”, Parma, Graphital 2015, pp. 151-152.