Pierre Michel Bourdon (Parigi, 1778 - Parigi, 1841)
Ritratto di Napoleone Imperatore
- Datazione
1811
- Tipo
Stampe
- Inventario
1032
- Vecchio Inventario
460
- Tecnica
bulino
- Descrizione
L’incisione riproduce la statua eseguita da Philippe Laurent Roland (Pont-à-Marc 1746 – Parigi 1816) nel 1807 per l'”Institut de France” di Parigi, oggi conservata presso il “Palais des Beaux-Arts” di Parigi. Sul passe-partout, a destra, è la firma apocrifa a matita: “Paolo Toschi”.
- Misure
cm 23,6 x 14,6 (foglio visibile)
C.C.: cm 45,7 x 34,7 x 2,2- Stato Conservazione
Discreto; la carta è piuttosto ingiallita e mostra alcuni segni di muffa ed un buco.
- Osservazioni
Dagli esemplari con lettera noti (presso il Gabinetto delle Stampe del Louvre e la Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” del Castello Sforzesco di Milano), si ricava che l’autore del disegno fu Bourdon, mentre l’incisore fu Toschi (erroneamente definito: “Taschi”), che realizzò l’opera a Parigi verso il 1811.
L’incisione costituiva la dodicesima tavola del volume di A. M. Filhol, P. M. Bourdon (a cura di), “Concours décennal, ou Collection gravée des ouvrages de peinture, sculpture, architecture et médailles, mentionnés dans le rapport de l’Institut de France”, De la Fonderie et Imprimerie de Gillé fils, Paris, 1812.
Napoleone ha in capo il serto d’alloro dorato creato per la sua incoronazione dall’orafo di corte Biennais, e indossa un manto tempestato di quelle api che il Consiglio di Stato accolse tra gli emblemi ufficiali per il loro evocare, oltre all’operosità e all’immortalità, l’immagine di una repubblica di uguali sotto un solo capo; la loro forma, inoltre, non si discostava troppo da quella del fiordaliso borbonico, assai familiare al popolo francese, senza però discenderne direttamente; era piuttosto alle più antiche dinastie di Francia che l’ape rimandava poiché, quando nel 1653 si era scoperta a Tournai la tomba del re merovingio Childerico I, morto nel 481, si era pensato che i gioielli del suo corredo raffigurassero delle api, e come api furono interpretati anche i minuti ornamenti del manto di Carlo Magno in una sua immagine rinvenuta nel Tesoro di Aquisgrana.
Al collo è il Grand Collier della Legion d’Onore, pure realizzato da Biennais; questo modello, che accomuna buona parte dell’iconografia imperiale e appare caratterizzato da una catena di aquile a volo abbassato accostate ala contro ala, non corrisponde però ad alcuno degli esemplari conservatisi, che presentano invece un’alternanza di aquile e trofei.
Il rapace, simbolo della tradizione militare romana, torna sulla Verga Imperiale che Napoleone tiene nella mano sinistra: già il fratello Luciano aveva scelto l’aquila come insegna dei Bonaparte, recuperandola dallo stemma dei loro ipotetici progenitori Cadolingi; il Consiglio di Stato vi aggiunse la corona ed il fascio di folgori e lo incluse nel repertorio simbolico imperiale, preferendolo, dopo prolungate incertezze, al gallo, al leone e all’elefante.- Provenienza
Raccolta Toschi [fascicolo grigio].
- Collocazione
Sala Dorata
- Note Bibliografiche
P. MEDIOLI MASOTTI, “Paolo Toschi”, Parma, Artegrafica Silva 1973, p. 47 e p. 62.
M. PELLEGRI, “Il museo Glauco Lombardi”, Parma, Battei 1984, p. 119.
“Museo Glauco Lombardi”, Milano, TCI 2003, p. 61.
M. ZANNONI, “Napoleone Bonaparte a Parma nel 1805”, Parma 2006, ill. p. 13.
C. CICERO, “Un’incisione dall’antico di Paolo Toschi (1788-1854) nel Fondo archivistico D’Ancona”, in “Rivista dell’Istituto per la Storia dell’Arte Lombarda”, n. 10-2013, pp. 115-120: p. 120.