“Ara amicitiae”… 1769
- Datazione
1769
- Tipo
Varie
- Inventario
2563
- Tecnica
stampa tipografica e acquaforte
- Descrizione
In folio; XI [1] pagine, ill. Legatura posteriore in cartoncino alla rustica.
Sul frontespizio si legge il titolo completo “ARA AMICITIAE / PARMAE IN FORO MAIORI / VII. IDVS IVNII / CIƆIƆCCLXVIIII.”.- Misure
cm 51,5×37
- Stato Conservazione
Più che discreto. I fogli presentano una diffusa puntinatura, fioriture e piccole pieghe negli angoli; sulle carte di guardia si notano tracce del colore ciclamino del cartonicino utilizzato come legatura.
- Osservazioni
La donazione si somma alle numerose donazioni Spaggiari del 2014 (inv. 2769), 2015 (invv. 2773-2774), 2017 (inv. 2822), 2020 (inv. 2855) e 2021 (inv. 2894-2900).
A fianco del frontespizio si legge il nome a inchiostro (di un precedente proprietario?) Luigi Blico (?); il tassello de “La Vecchia Parma / Antiquariato” è incollato sull’interno di copertina.
Il volume, edito dalla Reale Stamperia guidata da Giambattista Bodoni in seicento copie, cui se ne aggiunsero poi altre cento, è illustrato da incisioni derivate da disegni dell’architetto di corte Ennemond Alexandre Petitot (1727-1801) tradotti in stampa da Benigno Bossi (1727-1792), Simon-François Ravenet (1737-1821) e Tommaso Baratti (attivo seconda metà del XIX secolo); l’opera celebra il monumento voluto dal duca di Parma Ferdinando I di Borbone in onore del cognato, l’imperatore d’Austria Giuseppe II, che visitò Parma nel 1769, anno del matrimonio del sovrano di Parma con l’arciduchessa Maria Amalia d’Asburgo. L’incarico venne assegnato allo stesso Petitot, che ideò un’ara di rimando classicheggiante dedicata all’amicizia tra i sovrani, e i popoli, di Parma e Austria, e che pertanto venne denominata Ara Amicitiae. Innalzato in Piazza Grande, come si spiega nel frontespizio, il monumento di marmo era ricco di iscrizioni celebrative in bronzo che vengono ricordate su queste pagine nella descrizione di Paolo Paciaudi, autore del testo in italiano (in corsivo) che fiancheggia il testo francese (in tondo) dell’abate Millet.
Le tavole raffigurano: sul frontespizio, la medaglia dedicata al passaggio di Giuseppe II a Parma, di cui si presentano entro fregio entrambi i versi, il diritto con profilo del sovrano austriaco e il rovescio raffigurante l’ara ardente; il monumento, con scala di misura, a pagina piena, in fronte; il basamento con serti e iscrizione, nella testatina; un’aquila su un globo con un ramo di ulivo tra le zampe in chiusura (in Museo si conserva la matrice della prima bozza, poi scartata, raffigurante l’aquila bicipite, inv. 1862).
L’Ara Amicitiae non esiste più nella forma qui descritta: danneggiata nel 1859, solo il basamento venne conservato per celebrare i nuovi eroi del Risorgimento, Vittorio Emanuele II e successivamente Giuseppe Garibaldi.- Acquisizione
Donazione Andrea Spaggiari (marzo 2018)
- Provenienza
Luigi Blico (?); La Vecchia Parma Antiquariato; marchese Lorenzo Solari; Asta Bolaffi n. 716 del 22 giugno 2017.
- Collocazione
Carpetta Disegni
- Note Bibliografiche
F. SANDRINI (a cura di), “I volti di Maria Luigia. La fortuna dei ritratti a stampa di Maria Luigia d’Asburgo”, Parma, STEP 2018, pp. 150-151 [ill.].