A cura di Francesca Sandrini
Saggi di Francesca Sandrini e Mariachiara Bianchi
573 pp., 31 cm., ill.
Collana “Quaderni del Museo”, n. 11 – Grafiche STEP; Parma, 2011.

In occasione del cinquantesimo anno dall’apertura del Museo Lombardi nel Palazzo di Riserva, si è deciso di omaggiare la memoria del suo fondatore con una pubblicazione che ne rivela inediti aspetti biografici e collezionistici, raccogliendone al contempo in un solo volume tutti gli scritti. In quasi 600 pagine si analizza dunque per la prima volta in modo esaustivo la figura di questo straordinario professore di Colorno, che ha dedicato l’intera esistenza al recupero e alla valorizzazione dell’arte e della storia di Parma. Tanti gli aspetti innovativi, che sottolineano come la definizione di “ultimo amante di Maria Luigia” che solitamente gli era attribuita si rivela quanto mai inadeguata.

Glauco Lombardi nasce infatti da una famiglia agiata già in contatto con la corte di Maria Luigia; con i mezzi a sua disposizione comincia giovanissimo, già alla fine del XIX secolo, ad indagare a fondo la storia del ducato di Parma, storia recente ma che si stava appannando anche a causa delle barbare spoliazioni subite dai palazzi demaniali. Ecco dunque che inizia la ricerca dei tesori dispersi, analisi aiutata anche dall’arte fotografica in cui Lombardi eccelle; la sua missione civica diventa da allora e per sempre quella di salvare quante più testimonianze, al fine di ricreare un contesto in cui le opere recuperate possano i nuovo raccontare la propria storia. L’idea iniziale di fondare un Museo Civico si scontra con l’inerzia delle amministrazioni pubbliche e quindi si avvia una straordinaria avventura collezionistica, che vede al suo interno molti pezzi che non hanno raggiunto il Museo, seppur i inestimabile valore, “sacrificati” da Lombardi per recuperare le testimonianze più direttamente legate a Parma e al suo territorio.

Infine, i saggi scritti da Lombardi su riviste italiane e internazionali rendono finalmente giustizia alla sua complessità di studioso, spesso pioniere di discussioni storico-artistiche e fonte tuttora indispensabile per chiunque indaghi la storia e l’arte di Parma.

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