La Sala Acquerelli
La sala presenta un soffitto a cassettoni in legno d’abete che risale all’epoca di Carlo III di Borbone, quando si progettò di adibire questo ambiente a Cabinet d’etude del duca.
Alle pareti trova posto un’omogenea serie di acquerelli raffiguranti paesaggi montani e lacustri, vedute urbane, scenette di genere, personaggi in costume; opera di artisti per lo più austriaci, svizzeri e tedeschi, molti di questi fogli erano contenuti in alcuni grandi album appartenuti a Maria Luigia, dai quali furono in seguito estratti e incorniciati singolarmente.
Oltre a documentare il gusto della duchessa, queste opere consentono di ricostruire gli itinerari dei numerosi viaggi che ella compiva per ragioni politiche, di salute, di svago, ma anche di semplice interesse. Diari e lettere documentano, accanto agli abituali trasferimenti estivi in Austria e ai frequenti soggiorni nelle cittadine termali di Bad Ischl e Baden, numerosi viaggi a Firenze, Venezia, Trieste, uno a Napoli e in Sicilia nel 1824 e uno in Svizzera nel 1829, a pochi mesi dalla morte del generale Neipperg, suo secondo marito.
La duchessa acquistava le vedute dei luoghi visitati negli atelier di pittori locali o le commissionava appositamente ad artisti spesso legati alla corte asburgica; tra questi ricordiamo il viennese Thomas Ender, la cui opera dalle forti risonanze Biedermeier contribuì a fare della pittura paesaggistica all’acquerello, topograficamente esatta, uno dei genere più amati in Austria nella prima metà del XIX secolo.
La vetrina al centro della sala ospita la suggestiva farmacia da viaggio di Maria Luigia, che la utilizzò sia nel periodo impero che in quello parmense: il baule è suddiviso in scomparti e cassettini entro cui sono sistemati flaconi in cristallo o ceramica ancora contenenti sostanze medicinali liquide o in polvere, rimedi omeopatici e piccoli strumenti.
Nei due tavoli sono esposti disegni di vari artisti del Settecento gravitanti nell’ambito dell’Accademia di Belle Arti di Parma, tra cui Bossi, Baldrighi e Martini, oltre a taccuini e fogli sciolti di alcuni dei maggiori esponenti della pittura parmense dell’Ottocento.