La Sala Maria Luigia
La sala conclude ad anello il percorso museale ed è identificabile con la Sale nouvelle à diner presente nel progetto di sistemazione del Casino dei Nobili ad appartamento del duca Carlo III, nel quale tuttavia le dimensioni appaiono maggiori e il lato nord risulta dotato di un camino di cui non resta traccia visibile.
Vi si trovano esposte testimonianze eterogenee, che, da un lato, ripercorrono la travolgente avventura napoleonica, nella quale la giovane autrichienne si trovò suo malgrado proiettata, dall’altro riassumono le attività borghesi e Biedermeier che costituivano i passatempi di Maria Luigia a Parma.
Varie stampe e dipinti ricordano dunque alcuni momenti della storia di Napoleone: il passaggio del Gran San Bernardo (1800), le battaglie di Jena (1806), Aspern (1809) e Wagram (1809), la sconfitta di Waterloo del giugno 1815, una serie di acquerelli di Vernet raffiguranti i suoi generali, il culto postumo a lui tributato.
Le vetrine raccontano invece dei poliedrici interessi della duchessa, tutti rispondenti a quel “gusto dell’occupazione” che Maria Luigia riteneva essenziale in una donna: la pittura, la corrispondenza con i familiari, i diari in cui si annotavano pensieri e riflessioni, persino la pesca… Ma erano soprattutto il cucito, il ricamo, la maglia, l’uncinetto, il lavoro di tappezzeria e il confezionamento di fiori in carta e stoffa ad occupare le ore della sovrana, che aveva a disposizione nécessaires, filati e strumenti di lavoro straordinari per qualità e raffinatezza; desiderando che tali oggetti restassero in uso anche dopo la sua morte, per volontà testamentaria li lasciò alle “giovani ragazze allieve” del Collegio del Sacro Cuore di San Paolo, presso cui la figlia Albertina Sanvitale li recuperò nel 1860, alla soppressione del convento.
La spiccata predilezione per i cani da compagnia di piccola taglia, testimoniata anche da vari passi della sua corrispondenza privata, trova conferma negli acquerelli che ritraggono alcuni di questi animali.
Una bacheca a muro ospita infine svariate armi, riferibili per lo più all’epoca della seconda dominazione borbonica, e onorificenze, tra cui quelle dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell’Ordine di San Ludovico, quest’ultimo istituito nel 1836 da Carlo Ludovico di Borbone, abdicatario duca di Parma con il nome di Carlo II.